Villa Franzan

Villa Franzan e il Seminario Minore della Diocesi Padova

Villa Franzan e il Seminario Minore della Diocesi Padova si trovano a Barcon, località situata a nord-ovest del comune di Sarcedo. Il Barcon (termine che significa “grande recinzione di campi”) definiva nel Novecento il complesso della villa veneta e del seminario, attualmente in uno stato di abbandono.

Villa Franzan e il Seminario Barcon

La famiglia Franzan

La famiglia dei Franzani (o Franzan), originaria del Lago di Como, si è spostata a Thiene nel Cinquecento per fare fortuna con l’attività di commercianti di panni (“merzari”). Col tempo investono il denaro guadagnato in appezzamenti e terreni circostanti acquisendo il titolo nobiliare di “Franzan”.

Si pensa che la villa sia stata costruita nello stesso periodo in cui viene eretta la chiesetta di S.Antonio, 1666, se non prima. A testimonianza di ciò la dichiarazione del conte Domenico Franzani di possedere a Sarcedo

“una pezza di terra arrativa piantada et videgada posta nelle suddette pertinenzie in contrà del Barcon con casa sopra dominicale da me habitata […], de campi cento quarantacinque quarti uno tavole novanta nove”.

In totale in quegli anni il conte possiede 395 campi nel solo comune di Sarcedo.

Immagine storica Barcon

Villa Franzan

Il complesso comprende un corpo centrale costituito dalla villa signorile ove vi risiedono i Franzani, le barchesse, seguite da un lungo porticato ad archi, la torre colombara, gli edifici a sud con le stalle, i fienili e gli appartamenti dei lavoratori. A nord invece c’è l’oratorio di Sant’Antonio e l’orto. L’intero lotto di forma rettangolare, formato dai 57 campi, è circondato da un muro di cinta con due accessi a ovest che lo chiude lungo i quattro punti cardinali.

Secondo Renato Cevese, critico e storico dell’arte vicentino, la villa è stata progettata dall’architetto Antonio Pizzocaro.

La chiesetta di Sant’Antonio

Sono in tutto tre gli edifici religiosi che vengono costruiti nel complesso Barcon. Il primo si affaccia sulla strada e fu l’oratorio gentilizio dedicato all’Immacolata Concezione di Maria e a Sant’Antonio di Padova. Al suo interno troviamo l’altare seicentesco, intarsiato di marmo, e una pala dell’Ottocento rappresentante Sant’Antonio al quale appare la Vergine. Posizionata sopra l’altare si trova una lastra in marmo nera con incisa l’unica scritta rimasta del complesso Barcon:

“A Dio Uno e Trino – all’Immacolata Concezione della B. V. Maria e al divo Antonio da Padova – il Sig. Domenico padre e il Cav. Angelo figlio Franzani – dei Conti di Meduna – mossi da devozione – avendo conseguito una fortuna con la loro operosità – posero – l’anno del Signore 1666”.

Questa iscrizione, oltre a comunicarci la datazione dell’oratorio e la presenza di una figura importante come il cavalier Angelo, figlio di Domenico, laureato in Filosofia e Legge, ci conferma anche le ricchezze acquisite dai Franzani diventati conti nel 1661.

L’arciprete di Sarcedo descrive l’oratorio con queste parole:

“consta di legiadrissima architettura; ornato di statue sopra al frontespiccio con un bellissimo altare et antepetto di pietre macchiate et impresse frà varijssimi intagli et quello che fa al caso meo con le fenestre et meze lune politissimamente vedriate con l’altare portatile sacro con tre nuove et belle tovaglie, croce, et candilieri d’ottone nuovi et Secreta. La Sacristia col suo banco con cinque paramenti con camise nuove; un calice non molto grande ma dorato et bello; un bel missale, et uno da morto con signali; et altre galaterie d’ornamenti si nella sacrestia come nella Chiesa. Li paramenti sono di seta et di cinque colori cioè bianco, rosso, verde, paonazzo et nero con le sue borse et veli compagni et corporali et purificatori et cordone bianco. V’è un zenochiatorio con la tabella per la preparazione alla messa onde ho scorto esser d’avvantaggio provisto per poter esser ammesso all’attitudine che vi sia celebrato; et ciò attesto con mio giuramento così essendo la verità”.

Un altro luogo di culto era la cappella privata situata nel piano nobile della villa, mentre l’ultimo e meno interessante dal punto di vista artistico è un’altra cappella edificata nella seconda metà del Novecento per raccogliere il gran numero di fedeli nel Seminario.

In questo oratorio vige l’obbligo di messa in quanto particolarmente lontano dalla chiesa parrocchiale di Sarcedo, voluto dall’abate don Girolamo Franzani nipote di Domenico, come da testamento. Successivamente la Pia Opera di Carità di Vicenza eredita il patrimonio di don Girolamo.

Le dame inglesi di Vicenza

A partire dal 1818 la villa segue un susseguirsi di passaggi di proprietà dopo che l’ultimo Franzani decide di vendere l’intero complesso.

Nel 1877 delle dame inglesi di Vicenza comprano la proprietà. Quest’ultime vengono accolte con grande entusiasmo dalla popolazione locale, e il seguente volantino viene stampato per l’occasione:

«OGGI XX SETTEMBRE MDCCCLXXVII IN SARCEDO/

S’INAUGURA L’APERTURA DEL COLLEGIO/

DELLE DAME INGLESI/

QUESTO LUOGO AVVILITO/

ABBANDONATO ALLA PROFANAZIONE DEL TEMPO/

RISORGE A VITA NOVELLA/

QUI VALOROSO DUCE/

QUI CELEBRI INSTITUTRICI SAPIENTEMENTE DIRETTE/

QUI IL FIORE DELLE GIOVINETTE EDUCANDE/

QUI TUTTO FESTA ALLEGREZZA SPERANZA/

SI FAUSTO GIORNO VERRA’ SEGNATO/

SU BIANCA PIETRA/

A NON PERITURA MEMORIA/»

  Le nuove proprietarie, con l’aiuto e consiglio di suor Teresa Surlera, avviano un massiccio lavoro di ricostruzione con lo scopo di trasformare la villa in un centro di villeggiatura estiva e collegio educativo. Preside per alcuni alla scuola dell’istituto è il poeta e traduttore Giacomo Zanella.

Il lavoro necessita di un grande dispendio economico che però porta l’edifico al suo originale splendore: viene messa a nuovo la mura esterna e dell’orto, e il palazzo viene restaurato completamente e adornato con statue, decorazioni e obelischi.

La diocesi di Padova

A distanza di trent’anni il complesso passa sotto la proprietà della Diocesi di Padova, quando il monsignor vescovo di Padova Luigi Pellizzo decide di ricercare una nuova sede del collegio Vescovile proprio all’interno del Barcon. Le trattative con le Dame iniziano nel 1907 per ampliare e apportare alcune modifiche in modo da adeguarlo alle nuove funzioni del collegio. L’edificio viene acquistato nel 9 dicembre 1907, per una cifra di £. 150.000. Nel 1913 si celebra il 25º anniversario della fondazione del collegio, al quale parteciparono figure importanti e il clero di Thiene. A quel tempo il collegio viene considerato come uno dei più “comodi e igienici” istituti della zona, con 252 convittori e 10 esterni.

Villa Franzan e il Seminario Barcon

Il Barcon e le sue modifiche

Per arrivare all’attuale Barcon (ovvero l’intero complesso di edifici costruiti nel Novecento) si devono adeguare alcuni spazi al collegio, prima, e al seminario poi. Vengono abbattute le adiacenze rustiche e stravolti gli interni del palazzo.

Molti degli interventi cambiano completamente la fisionomia e la struttura degli edifici secondo le esigenze dell’istituto religioso, e il complesso perde molto del suo antico prestigio. Il palazzo signorile è adibito a funzione amministrativa-rappresentativa, al piano terra c’è la stanza del rettore e delle visite, le cucine e la portineria.

Quello che era conosciuto come piano nobile ora viene riservato all’amministrazione e alloggio. Il lungo edificio che prosegue in linea con la villa ricopre varie funzioni: refettorio e cappella al piano terra, guardaroba al primo e alloggio per i professori al secondo.

La guerra

Durante la Prima guerra mondiale il complesso serve da retrovia, linea di resistenza, deposito di materiali, la direzione delle operazioni militari e l‘accoglimento dei feriti, diventando nel maggio del 1916 un ospedale militare, con il conseguente trasferimento del collegio a Padova.

Nel 1920, a fine guerra, ritorna ad essere operativo il collegio Vescovile, ampliandone le proprie funzioni con l’aggiunta di un Seminario minore (ino alla 5ª ginnasiale) con lo scopo di istruire i futuri preti della Diocesi di Padova.

Durante la Seconda guerra mondiale una parte del complesso viene occupata dai tedeschi e adibita a officina meccanica per riparazione cannoni, mantenendo comunque attive alcune le attività del seminario. Tedeschi, preti e seminaristi si ritrovano a condividere gli spazi del Barcon in una situazione di equilibrio.

Nel 1944, dopo i bombardamenti di Padova, il seminario maggiore viene trasferito a Thiene e metà dei chierici prende alloggio al Barcon in una situazione di sovraffollamento.

Negli esterni degli edifici e nei cortili i tedeschi installano cannoni e mitragliatrici per tenere sotto controllo il traffico aereo e la zona vicino le montagne.

Una volta conclusa la guerra il Seminario minore torna alla normalità. Nel 1968 la comunità è composta di 230 seminaristi nelle tre classi medie, 17 sacerdoti, un gruppo di chierici e 7 suore di San Giuseppe Benedetto Cottolengo. Per l’anno scolastico 1969-1970 il seminario viene trasferito al palazzo Cornaggia di Thiene, ex sede del collegio vescovile, e viene poi aperta la nuova sede di Tencarola.

Villa Franzan e il Seminario Minore della Diocesi Padova

Today

Il Collegio Vescovile nel 14 dicembre del 1971 vende l’intero complesso a privati, e nel 1992 la parte del Barcon senza alcun valore storico e artistico viene acquistata da un’azienda immobiliare. Purtroppo, quest’ultima area viene presto abbandonata in quanto non si vedono realizzate alcune idee commerciali dell’azienda.

Nel 2007 viene completata l’opera di ristrutturazione e nel 2008 vengono ultimati i lavori per mettere in sicurezza lo stabile.

Fonti e maggiori info: https://it.wikipedia.org/wiki/Villa_Franzan

Posizione urbex:

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