La Piramide di Tirana

Una piramide nel centro di Tirana? Dev’essere stata la mania di grandezza di qualche dittatore comunista…

Posizione

La piramide si trova proprio nel centro della città, a solo 500 metri dal Bunk’ Art e a un chilometro dal museo storico nazionale. Si può accedere attraverso un piccolo squarcio su delle barricate che originariamente coprivano la porta d’entrata. Ogni giorno decine di ragazzini e turisti incuriositi si avventurano nella pancia di questo mostro di cemento.

Storia

La struttura aprì nel 1988 come museo Enver Hoxha. Originariamente il museo era dedicato all’eredità di Enver Hoxha, leader storico dell’Albania comunista, morto appena tre anni prima che il museo venisse terminato. La struttura è stata co-progettata dalla figlia di Hoxha, Pranvera Hoxha, un architetto e da suo marito Klement Kolaneci, insieme a Pirro Vaso e Vladimir Bregu.

Una volta costruita, la Piramide fu considerata la struttura individuale più costosa mai edificata in Albania.

La Piramide è stata talvolta chiamata in modo molto ironico “Mausoleo di Enver Hoxha”, anche se questa non è mai stata la sua denominazione ufficiale o lo scopo per cui è stata realizzata.

Dopo il 1991, in seguito al crollo del comunismo, la piramide cessa di essere usata come sede per conferenze ed esposizioni.

Durante la guerra del Kosovo del 1999, l’ex museo fu usato come base per le organizzazioni NATO e umanitarie.

Dal 2001, parte della Piramide è stata utilizzata come centro di trasmissione dal canale televisivo albanese Top Channel, mentre il resto della struttura e l’area pavimentata hanno subito dilapidazione e atti vandalici.

Parte del film di Armando Lulaj It Wears as it Grows (2011) è stato girato all’interno della Piramide.

Sono state lanciate numerose proposte per demolire la Piramide e riqualificare la terra del complesso di 17.000 metri quadrati (1,7 ettari) a scopi ed usi alternativi. La proposta più interessante riguardava la potenziale costruzione di un nuovo edificio del parlamento albanese.

Una precedente proposta per un nuovo teatro d’opera è stata approvata ma è stata annullata poco dopo l’inizio dei lavori di costruzione. La demolizione proposta della Piramide è diventata essa stessa un punto di controversia tra alcuni dei principali architetti stranieri, sostenuta da alcuni e negata da altri. Lo storico Ardian Klosi ha avviato una petizione contro la demolizione della struttura, raccogliendo circa 6000 firme. Uno studio pubblicato nel 2015 ma intrapreso nel 2013 suggerisce che la maggioranza dei cittadini di Tirana era contraria alla demolizione.

Nel 2017 è stato annunciato che la Piramide non sarà demolita, ma al contrario rinnovata.

Nel 2018, è stato presentato un nuovo progetto che vorrebbe trasformare la Piramide in un centro tecnologico per giovani incentrato sulla programmazione di computer, la robotica e le start-up.

Descrizione

Un giorno per visitare Tirana mi dicevano che sarebbe stato più che sufficiente. In effetti, la seconda giornata, se non fosse stato per la piramide probabilmente sarei già sulla mia strada per il lago di Scutari.

Indagando dal di fuori e mimetizzandomi tra i vari turisti, mi avvicino pian piano alla porta d’entrata, finendo però col fiondarmi dentro in modo brusco come sono solito fare. I graffiti ricoprono le porte e le vetrate vicine, passando sopra le barricate di legno oramai squarciate e sfondate da qualcun altro in precedenza. Dopo un attimo di esitazione mi accuccio e lentamente m’infilo nella tana di Enver Hoxha.

Con mio gran stupore e sorpresa noto che le luci sono ancora accese, con dei riflettori che puntano proprio nella mia direzione. “Uhm, molto strano” penso tra me e me. Nonostante questo, continuo nella mia esplorazione. La struttura si sviluppa in modo circolare con una parte centrale, suddivisa in 3 piani: un seminterrato, il piano terra e il primo piano. Decido d’incominciare dal seminterrato.

Accendo la torcia e mi avventuro nelle parti più buie e umide della piramide. Tubature, porte, sedie, pezzi di motore…tutto ammassato e lasciato alla mercè del tempo. In un angolo una stanza m’incuriosisce, in quanto ancora chiusa con un’inferriata. Riesco a malapena a passare attraverso le sbarre e il muro, per giungere probabilmente in quello che era la sala motori. Non molto distante da me un’altra porta, questa volta sigillata, da cui sento provenire alcuni rumori meccanici. Sicuramente ci saranno i comandi che fanno funzionare le luci sopra.

Mi allontano ripercorrendo le scale e facendo un giro al piano terra. Le vetrate sono quasi interamente a pezzi, con cocci di vetro che penzolano a mezz’aria. Le stanze si presentano completamente vuote, permeate da un forte odore da intonaco e varechina.

Salendo le scale raggiungo l’unica sala che potrei definire interessante anche se è purtroppo inaccessibile. A prima vista sembra una sala cinema, con posti una sessantina di posti sedere e una stanza nel retro utilizzata per il videoproiettore. Non potendo indagare e indugiare oltre, ritorno sui miei passi per uscire dalla struttura. Nel frattempo alcuni ragazzi sono già entrati e danno libero sfogo alle loro gioie giovanili nel seminterrato.

Decido di seguire i passi di alcuni bambini che si divertono ad arrampicarsi per la parete scoscesa della piramide. Mi tolgo le ciabatte e a piedi nudi mi faccio questa piccola “scalata”. Dall’alto si riesce ad avere una veduta migliore della città, anche se molto da vedere non c’è.

Mi lancio in caduta libera dalla piramide per proseguire poi la mia giornata nel parco di Tirana.

SULLA MAPPA:

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