Il ristorante dei gufi

Nella notte insonne e tempestosa due occhi rotondi e gialli aspettano silenziosi l’arrivo del salvatore.

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Posizione

Il ristorante si trova nella campagna ferrarese, tra la città di Ferrara e Bologna.
Accesso: da un buco situato nella porta frontale dell’edificio.

Storia

Prima di diventare un ristorante l’edificio era una villa antica. Successivamente, negli anni 80, avviene la trasformazione. Ogni stanza viene decorata in modo differente con richiami alla Belle Epoque italiana e il ristorante diventa sede di un club esclusivo.
La causa dell’abbandono e i proprietari sono a noi ignoti.

Descrizione

Nei pomeriggi di autunno inoltrato il freddo umido si inerpica nei pori delle nostre ossa esanime. Con le scarpe che a ogni nostro passo sprofondano nel fango e la pioggia che leggermente martella le nostre teste giungiamo davanti alla maestosa e lussureggiante villa-ristorante. Non ci vuole molto tempo prima di trovare l’entrata.

Uno alla volta passiamo attraverso un buco nella porta d’entrata per catapultarci nell’oscurità. Le luci vanno subito ad illuminare un ampio salone d’entrata, dagli affreschi ben curati. Piano piano recuperiamo le piccole cose, i particolari, rivivendo gli itinerari dei camerieri, i piatti ben ornati: si parlava di personaggi illustri e di buona famiglia, di tradimenti e di vicende amorose che annebbiano le menti e ingelosiscono gli animi.

Nella camera delle “carrozze” si discuteva di profitti e della bramosia di qualche imprenditore. Per chi doveva confessarsi esisteva una cappella a misura d’uomo. Cosa ci fa un posto del genere in un ristorante? Certamente assieme alla lussuria la gola è il vizio più riprovevole. Gli ospiti si lasciano andare in pianti e urla, subendo punizioni di cui non provano vergogna.

Al primo piano la camera dei rossi lascia posto alla camera dei blu: dopo gli alieni di Marte, gli abitanti di Nettuno. Raggi di luce proiettati dalle nostre lampade sfuggono dal nostro controllo ed escono di soppiatto dalle finestre fendendo il buio e potenzialmente allertando i vicini.

Grrrr….BUMP! Chrchr….BUMP! “Cos’è? Non siamo soli”? Raggiungiamo con un punto di domanda l’ultimo piano per imbatterci in una creatura alata diversa da quello che i nostri occhi erano soliti vedere. Come una sedia girevole il collo della creatura si gira mantenendo il corpo immobile e ci fissa. Spicca il volo abbattendosi sulle nostre teste e sfiorandole per poi venir catturata dalle nostre agili braccia.

“Di corsa, portiamolo al secondo piano” ci diciamo. Nel mentre lo scortiamo alla prima finestra aperta gli parliamo: “O abitante di terre paludose e foreste crepuscolari, come sei finito qui”? Nessuna risposta. Appena raggiunta la soglia lo liberiamo e, con un battito d’ali, si libra in aria e scompare nel buio della notte. Decidiamo di imitarlo nelle sue gesta e poco dopo nel ristorante torna a regnare il silenzio della notte.

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