Villa dei Musicisti

Tra quelle mura riecheggiavano lievi voci e spartiti sepolti dalla polvere e dal tempo.

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La villa si erge su una collinetta, imboscata e occultata da una boscaglia fitta che circonda la proprietà. L’interno quasi intatto non presenta alcun segno di vandalismo, un gioiello immacolato nel tempo.

Tutto è ancora ben arredato, con oggetti personali appartenenti ai vecchi proprietari. Foto d’epoca raffiguranti i membri della famiglia S**an, vestiti, documenti e varie lettere sono sparse ovunque nell’abitazione.

Tipico delle ville d’epoca, si ha la parte padronale e le stanze di servizio, oltre alla Colombara.

 

Labirinto di stanze

Alquanto bizzarro è il collegamento tra le varie sezioni della casa. Per passare da una parte all’altra esistono pochi corridoi se non un continuo susseguirsi di stanze, una dopo l’altra, dando l’idea di essersi persi in un labirinto.

Villa Macintosh

Vagando senza una meta precisa mi sono imbattuto in affreschi, pianoforti, vecchi frigoriferi della Fiat, cimeli di famiglia, una lista della spesa portatile e i macintosh (5 Mac e un Pc) da cui prende la nomea di Villa Macintosh.

Ode al Faggio Rosso

Nel parco retrostante la villa è situato un elegantissimo faggio rosso, purtroppo seviziato da molti amanti in cerca di eternare il proprio amore.

Musicisti e compositori

La Villa fu eretta nel 1832 da Pietro T. S. come residenza estiva di alcuni proprietari agricoli e dei loro collaboratori.

Pietro, figlio di Marco.A S. (che non ebbe la possibilità di conoscere), musicista e compositore e della contessa Laura R. (anch’essa rinomata pianista), continuò la tradizione di famiglia diventando esso stesso un musicista, oltre che critico e Pigmalione.

Formò associazioni (citate poi nel libro di Bruno Brunelli Bonetti), organizzò concerti, discussioni e audizioni che avevano luogo per lo più a Padova in Prato della Valle o a Bassano nella casa della madre.

Nei decenni successivi, tra il 1860 e il 1870, la tenuta divenne stazione di riposo e base per operazione agricole.

L’attività agricola

Il conte Ing. Camillo S., nacque a Padova nel 1857. L’ingegnere completò i lavori della tenuta oltre ad acquistare un immensa distesa di terreni adatti all’agricoltura (72 ettari) e case rurali. L’agricoltura divenne la primaria fonte di guadagno.

L’acquisto della villa

La villa acquistata era di proprietà di un nobile vicentino il quale, narra la leggenda, interruppe l’edificazione all’improvviso ritenendo la propria amante non più degna di tale dono. Infatti gli interni ed i decori in diverse parti della villa sono differenti sia per datazione che per stile.

All’acquisto era presente il corpo a due piani e i fabbricati atti ad ospitare attrezzi e contadini che lavorano per la signoria. Un secondo corpo costituiva l’area dei servizi. Camillo S. portò a termine diversi lavori edili quali fontane e strade per lo stesso comune dove viveva.

Amico di famiglia

Grazie al conte Camillo M., amico di famiglia (riconosciuto come il Santolo), tutt’oggi si hanno atti notarili, testamento e la vita della famiglia S.

Sulla mappa:

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